La figura del libero professionista ha sicuramente un fascino non indifferente, a tutti piacerebbe lavorare con i propri ritmi senza dover dipendere dalle decisioni di altri.
Tuttavia ci sono degli aspetti negativi, come ad esempio alcune tipologie di clienti che non pagano rispettando le scadenze, o la difficoltà visto il periodo di guadagnare a sufficienza con la tua attività riuscendo a malapena a pagare le scadenze fiscali obbligatorie.
Per questo motivo molti liberi professionisti stanno decidendo, in numero sempre maggiore, di chiudere la propria partita IVA perché sotterrati dalle tasse.
Continua la lettura di questo articolo per scoprire quali sono i passaggi da dover effettuare per riuscire a chiudere la tua partita IVA.
Come si chiude una partita IVA?
Al fine di chiudere la partita IVA individuale senza commettere errori, i liberi professionisti o gli imprenditori devono compilare il modello AA9\12 e presentarlo all’Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dalla data di cessazione, questo significa che se l’attività cessa giorno 4 settembre, si avranno trenta giorni di tempo a partire da quella data per consegnare questo modulo all’Agenzia delle Entrate.
Questo modello può essere recapitato presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate sia fisicamente, prendendo un appuntamento e recandosi allo sportello con tutta la documentazione in doppia copia, sia online. Tramite la procedura telematica si snellisce la lenta macchina della burocrazia, per poterne usufruire basterà comunicare tutto al vostro commercialista di fiducia, che sbrigherà direttamente dal suo ufficio tutte le pratiche. Ad oggi questa risulta essere la scelta migliore al fine di risparmiare tempo e fatica, vista la grande difficoltà per prenotare un appuntamento fisico, anche per colpa della pandemia in corso.
Inoltre è anche possibile affidarsi ad una classica lettera di raccomandata con ricevuta di ritorno, dove in una busta bisognerà inserire i moduli compilati in doppia copia, insieme ad una copia di un documento di riconoscimento personale in corso di validità.
Tra i metodi di chiusura di partita IVA, infine vi è anche la chiusura d’ufficio. In poche parole se un’attività è rimasta inattiva per un periodo di tempo pari o superiore a tre anni, è l’Agenzia delle Entrate stessa ad avviare le pratiche di cessazione attività e chiudere automaticamente la partita iva in questione. In questo caso il libero professionista riceverà una comunicazione di avvenuta chiusura, ed avrà sessanta giorni di tempo per presentare ricorso e continuare a tenere aperta la propria partita IVA.
Il modello da compilare è molto semplice e puoi trovarlo facilmente sul sito dell’Agenzia delle entrate sotto la voce “cessazione attività”.
Mancato invio del modello di cessazione attività
Se ti stai domandando se la mancata consegna del modulo comporti una sanzione, puoi tirare un sospiro di sollievo. Al giorno d’oggi non esistono multe in caso di mancata comunicazione in quanto, il decreto legge 193/2016 ha abrogato le vecchie sanzioni previste per questo caso.
Prima del 2016 infatti, chi dimenticava di comunicare la chiusura della propria partita IVA all’Agenzia delle Entrate doveva mettere in conto anche una sanzione che oscillava da cinquecento a duemila euro.
Quanto costa chiudere una partita IVA?
Solitamente la maggior parte dei titolari di partita IVA, si domandano a quanto ammonta il costo di avviamento pratica al fine di chiudere la propria partita IVA. Per fortuna le notizie sono positive, in quanto si tratta di un costo abbastanza ridotto, o quantomeno accessibile.
Infatti le uniche spese che bisogna affrontare ammontano poco meno di quaranta euro, rispettivamente per una imposta sul diritto di cessazione di circa diciassette euro ed una marca da bollo da applicare sulla modulistica da circa diciotto euro.
Alle volte inoltre è bene sapere che, in base agli accordi presi in precedenza con il vostro commercialista, la chiusura della vostra partita IVA potrebbe anche non costare assolutamente nulla.